L’illusione del riciclo: quando la plastica sostenibile non basta

L’illusione del riciclo: perché la plastica “sostenibile” non basta davvero

Siamo circondati da oggetti che promettono sostenibilità. Bottiglie “riciclabili”, sacchetti “bio”, packaging compostabili. Ci fanno sentire al sicuro, quasi virtuosi. Ma c’è una verità scomoda che dobbiamo affrontare: non basta riciclare per salvarci dall’emergenza ambientale e affermare che lo status quo è sostenibile.
Anzi, spesso è solo una illusione di sostenibilità che ci tranquillizza e ci fa continuare a consumare senza porci domande.

Quanti di noi leggono “100% riciclabile” e pensano: “bene, lo butto nella plastica e ho fatto la mia parte”? Ma la realtà è ben diversa. In Italia, solo una piccola parte della plastica raccolta viene davvero riciclata. Il resto finisce in discarica, bruciato o — peggio — esportato all’estero. L’etichetta “riciclabile” non significa che quell’oggetto sarà effettivamente riciclato.

E allora ci ritroviamo con prodotti monouso, avvolti in confezioni “verdi”, che sembrano innocui solo perché hanno una fogliolina stampata sopra. È marketing. È greenwashing. Non è cambiamento.

Non è solo cosa buttiamo, ma quanto consumiamo

Il vero punto è che consumiamo troppo. E troppo in fretta.
Viviamo in un sistema che ci ha convinti che tutto debba essere comodo, veloce, usa e getta. Ma questo modello ha un costo altissimo, e lo stiamo pagando tutti: microplastiche nei mari, animali soffocati, clima fuori controllo.

Riciclare, certo, è importante. Ma è l’ultima spiaggia, non la soluzione. Prima ci sono gesti più radicali e più potenti:
ridurre, riutilizzare, rifiutare.

Significa dire no a quello che non serve. Portare con sé una borraccia. Usare sacchetti in stoffa. Scegliere prodotti sfusi. Comprare meno, ma meglio.
Sono scelte piccole, quotidiane, ma cariche di significato. Sono atti politici, anche se partono da casa.

E le aziende? E le istituzioni?

Devono smetterla di venderci bugie confezionate bene. Non possiamo più accettare che basti cambiare un imballaggio per potersi definire “green”. Servono filiere diverse, prodotti pensati per durare, sistemi di riuso veri.
E servono leggi chiare, controlli seri e un cambio di mentalità. Perché la sostenibilità non è un’etichetta: è una scelta, spesso scomoda, ma necessaria.

Cambiare è possibile. Essere sostenibile si può.

Non si tratta di essere perfetti. Si tratta di essere consapevoli. Di aprire gli occhi e fare scelte che hanno un senso.
Oggi più che mai serve un nuovo modo di guardare alle cose. Non solo al prodotto, ma al suo impatto, al suo ciclo di vita. Alla storia che porta con sé.

Noi possiamo fare la differenza. Ogni acquisto, ogni gesto, ogni rinuncia conta al fine comune di essere sostenibile.

Perché la vera sostenibilità è una presa di coscienza, non un cartellino appeso a una confezione.

E ricordiamolo, sempre:
” il futuro inizia da una condivisione”.

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