Ci parlano, ma noi non li sentiamo!
Ci parlano, ma noi non li sentiamo. Gli uccelli, adattandosi al rumore, cantano piu’ forte
Ci parlano: e’ incredibile quante cose ci perdiamo nella nostra vita frenetica, quanti piccoli animali convivono con noi e nemmeno ce ne accorgiamo. Loro ci sono, eccome, e a volte urlano per farsi sentire, o forse lo fanno perché altrimenti non si sentirebbero nemmeno tra loro. A me piace pensare che urlino per entrambi i motivi. Se solo durante il giorno ci fermassimo un attimo, giusto un attimo per guardarli o ascoltarli, sono sicura che ne saremmo tutti convinti.
Gli uccelli, per esempio, devono farsi sentire in mezzo a tutto il caos delle città, con macchine, clacson e rumori continui. Non è facile, quindi cantano più forte del solito, o usano toni più acuti, perché i suoni bassi si perdono in tutto quel frastuono. Alcuni addirittura cantano prima che la città si svegli o di notte, quando tutto è più silenzioso. Si sono adattati ai nostri ritmi e al nostro modo di vivere.

Lombard effect
Non solo ci riescono, ma si adattano molto più di quanto pensiamo. Cosi uccelli urbani, come merli, passeri e pettirossi, cambiano il loro modo di cantare, e questo fenomeno ha anche un nome scientifico, “Lombard effect”, e non riguarda solo loro: succede anche a noi quando parliamo in un ambiente rumoroso.
Riescono a sopravvivere e ci parlano, trovano rifugio in posti cui non facciamo neanche caso: sotto le grondaie, dentro ai cassoni delle serrande, tra le fessure dei muri. I rondoni, ad esempio, tornano ogni anno negli stessi posti, anche se intorno a loro tutto cambia.
Fermarsi ad ascoltare
È chiaro che la natura è molto più forte e flessibile di quello che pensiamo. Ma non possiamo solo limitarci a osservare, dobbiamo anche fare qualcosa per aiutarla. Piantare alberi, curare i giardini, cercare di limitare i rumori inutili sono gesti semplici, ma che fanno davvero la differenza.
Forse dobbiamo solo imparare a fermarci un po’ di più, a guardare meglio, a sentire davvero quello che ci circonda. Perché la città non è fatta solo di cemento e rumore, è anche la casa di queste piccole vite che continuano a cantare, a resistere, a convivere con noi. E se riuscissimo a sentire quei canti, forse capiremmo che non siamo soli.
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