Plastica: NO Grazie

No Grazie sacco con dentrodelle arance

No grazie, due parole per un grande cambiamento

No grazie per cambiare. Cambiare rotta verso la realizzazione di un mondo dove la plastica non ha più ragione di essere. Questo NO può essere detto in tante occasioni, ad esempio se ci viene offerta una busta di plastica, perché noi abbiamo quella di stoffa. Oppure  potremmo dire no grazie al coperchio sul bicchiere di plastica al bar, o all’imballaggio…….dell’immballaggio.

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Glen Carrie per Unsplash

Ed ancora, girando tra gli scaffali potremmo preferire la merce sfusa a quella imballata. Sembra poco invece e’ un atto molto importante. A chi pensa che il singolo atto non serva a nulla, ebbene non e’ così: le attività commerciali, soprattutto quelle grandi come i supermercati, tengono conto delle preferenze dei clienti. 

Provate a pensare cosa accadrebbe se per un mese tutti i consumatori di un suprmercato scegliessero merce sfusa, e lasciassero sugli scaffali quella imballata!? La direzione del punto vendita dovrebbe tenere nella dovuta considerazione questo comportamento dei clienti. Nel giro di poco tempo gli articoli imballati sarebbero sostituiti con una maggiore varietà di articoli sfusi.

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ilja-dijkstra-unsplash

E’ necessario imparare quanta forza rappresenti l’azione del singolo, e come questa possa incanalarsi creando una potente azione di gruppo. Secondo il sito dell’Eurostat nel 2022 l’Unione Europea ha generato mediamente 36,1 kg di rifiuti da imballaggi in plastica. Secondo la ONG britannica WRAP, scegliendo di acquistare alcuni prodotti ortofrutticoli come mele, banane, broccoli e patate, si risparmierebbero almeno 10.300 tonnellate di plastica. Non solo, e’ stato stimato che circa 100.000 tonnellate di cibo non sarebbero sprecate, perché il prodotto sfuso permette l’acquisto del solo quantitativo necessario. 

Sempre WRAP ha condotto una analisi sulla frutta imballata deducendo che, l’imballaggio stesso, non produce un significativo prolungamento della vita del prodotto. Anzi, essendo impossibile prendere un quantitativo differente da quello dentro l’imballaggio, molti sono costretti ad acquistare quantitativi superiori al loro fabbisogno, con conseguente aumento dello spreco.

Clicca sull’immagine per vedere il video:


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Sembra comunque che sia in atto una inversione di tendenza. Come scrive Yusuf Khan sul Wall Street Journal del 14 luglio scorso, pare che i consumatori si stiano allontanando dall’acquisto di merci confezionate. Un sondaggio realizzato dalla società Aura ha rilevato che il 37% dei consumatori USA e Canadesi hanno rifiutato di acquistare prodotti a causa di imballaggi insostenibili.

E tu, cometi comporti? Cosa pensi dell’azione del singolo?  Scrivi la tua opinione qui o nei commenti, e ricorda

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Alessandra Gentili

Mi chiamo Alessandra e da molti anni mi dedico con passione all’ecologia e all’ambiente. Un nuovo percorso mi affascina da qualche anno: l’analisi dei dati. Questa disciplina ha il potere di sconvolgere punti di vista e certezze, mettendoci di fronte a verità che non si possono ignorare. Data Driven e Data Storytelling sono la mia nuova passione.

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Mi chiamo Alessandra e da molti anni mi dedico con passione all’ecologia e all’ambiente. Un nuovo percorso mi affascina da qualche anno: l’analisi dei dati. Questa disciplina ha il potere di sconvolgere punti di vista e certezze, mettendoci di fronte a verità che non si possono ignorare. Data Driven e Data Storytelling sono la mia nuova passione.

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